Tra fango e detriti, una testimonianza dalla Romagna

La nostra Alessandra Rossi, operatrice presso Arci Solidarietà, insieme a tante volontarie e volontari da tutta Italia, ha scelto di andare in Romagna nei giorni scorsi, per partecipare ad azioni di solidarietà in supporto delle persone colpite dall’alluvione.

In questi giorni sono stata in alcuni dei territori maggiormente colpiti dalle ultime alluvioni, nello specifico nel centro di Cesena, dove l’esondazione del fiume Savio ha coinvolto diverse aree, e a Faenza nell’area di Parco Bertoni, che ormai si è trasformato in un canale di fango, in prossimità di uno dei punti in cui il fiume Lamone ha rotto gli argini. Prima di partire mi sono iscritta a diversi gruppi di volontariə per capire se effettivamente ci fosse bisogno o se l’afflusso di persone potesse in qualche modo creare dei problemi, ma è stato fin da subito chiaro che la società civile, se ben organizzata, sarebbe stata l’ingranaggio essenziale per ripulire e ripristinare i luoghi colpiti.

Sono partita da Roma con diversi tira acqua, spazzoloni ed una piccola pompa autoadescante, ma lì dove la corrente era stata staccata ed il fango era troppo denso, mi sono presto resa conto che ciò che maggiormente serviva erano braccia. Con le braccia abbiamo formato catene attraverso le quali passavano secchi di fango, detriti ed oggetti ormai persi per sempre. A volte non si capiva bene di chi fossero le case che si stava aiutando a pulire perché chiunque sembrava famiglia, chiunque sembrava conoscersi. Non so i nomi di moltə compagnə di lavoro eppure potrei riconoscerne i volti e le mani. Ho accatastato parte della storia di una famiglia ai bordi di una strada, una montagna di storia ormai mischiata irreparabilmente al fango, un’intimitá devastata e violata. Non posso che pensare che questa non sarà l’ultima volta, che ci saranno altre onde, altre città di fango da ripulire in questo paese fortemente a rischio idrogeologico cementificato, dove i cambiamenti climatici spesso vengono negati e dove non c’è nessuna forma di prevenzione o adattamento. Non posso pensare che ciò che avviene ormai da tempo in gran parte del mondo ci ha insegnato che gli effetti dei cambiamenti climatici colpiscono spesso le persone più deboli e marginalizzate e, più in generale, la gente comune: il piano terra e i primi piani della nostra società, metaforicamente e letteralmente. La nostra risposta a tutto questo deve anche necessariamente passare per quella catena di braccia che è la solidarietà.

La nostra risposta deve essere presenza, sostegno e cura. Una presenza fatta di consapevolezza e anche, a volte, di rabbia e sconforto, una presenza fatta di marea che non è più marea di fango ma marea di volontariə accorsə dalla Romagna e dal resto del paese per dire “non siete solə”.

Arci nazionale ha attivato la campagna di raccolta fondi “Emergenza Emilia-Romagna: un abbraccio di solidarietà”: info per donare su https://www.arci.it/emergenza-emilia-romagna/

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