È passato un anno dall’aggressione della Russia all’Ucraina.
Un anno di attivazione e mobilitazione permanente con iniziative di solidarietà e accoglienza nei confronti del popolo ucraino costretto a fuggire dal proprio paese.
Dalla partenza con la Carovana #stopthewarnow a marzo dello scorso anno, ai percorsi di accoglienza e di inserimento delle famiglie, sostenendo lə più piccolə, cercando di far sentire a casa delle persone che la casa propria l’avevano persa all’improvviso. Abbiamo voluto dare il nostro piccolo contributo stando accanto alle persone, per rispondere ad una tragedia che ci chiama tuttə in causa.
Una guerra così vicina che ha risvegliato la coscienza e la memoria di un passato europeo non troppo lontano e ci ha costretto a guardare in faccia l’orrore dei conflitti armati il più delle volte dimenticati perché “altrove” nella sicurezza del nostro privilegio. Un privilegio fragile in un mondo ancora multipolare, segnato dalla violenza di nazionalismi e imperialismi.
Un anno di guerra per pretendere a gran voce la costruzione di un processo di Pace, di cui le istituzioni si facciano garanti, imponendo un passo indietro a chi oggi aggredisce e viola i diritti umani.
Nelle nostre possibilità continueremo a praticare solidarietà e a difendere i diritti umani ogni giorno. Perché la costruzione di un futuro migliore e possibile passa anche dalla mobilitazione di ognunə, senza più compromessi sui valori fondamentali di una società giusta, dal quartiere al mondo intero.





