Il panorama italiano è ricco di possibilità per l’accesso ai propri diritti sanitari, ma spesso non è così facile capire come e dove andare per ricevere supporto.
Per questo un’equipe di esperte ha messo a disposizione le proprie competenze per le beneficiarie di progetti di accoglienza nel laboratorio “Mamme in-forma: Percorsi di consapevolezza e salute per donne migranti”, che si è svolto in due appuntamenti la scorsa settimana presso la sede di Arci Solidarietà Onlus a Roma.
Mercoledì 10 novembre si è tenuto il primo incontro: sette donne provenienti da Siria, Nigeria, Turchia, Somalia hanno ascoltato gli interventi di diverse professioniste del settore.
La dottoressa Stefania Scardala, assistente sociale di AslRoma1, ha effettuato una panoramica sulla storia dei diritti e della sanità italiana. Il diritto alla salute, che a volte si dà quasi per scontato, non è presente in tutti i Paesi: le beneficiarie infatti hanno raccontato quali sono le differenze e le eventuali difficoltà di accedere alle cure nei loro paesi d’origine, soprattutto per chi è stranier*.
A seguire la psicologa Maria Guerra, che lavora al Centro Astalli e al Samifo (Salute Migranti Forzati), ha spiegato l’importanza della salute mentale nelle diverse fasi della vita di una persona, entrando nello specifico delle necessità delle rifugiate che spesso hanno vissuto delle esperienze traumatiche prima o durante il loro percorso migratorio. Per loro può essere doppiamente difficile chiedere aiuto se non conoscono i servizi a disposizione, e se questi sono esclusivamente in lingua italiana; per questo il Samifo (SAlute MIgranti FOrzati) offre loro supporto psicologico in collaborazione con mediatori culturali.
Il 12 novembre si è tenuto il secondo e ultimo incontro, in cui si è discusso dei percorsi di consapevolezza per una maternità sicura.
In particolare, insieme all’ostetrica Sara Riefolo è stato affrontato un discorso sull’anatomia femminile e il ciclo mestruale, esplicitando quali situazioni possono rientrare nella normalità e in quali casi è meglio affidarsi ad un/a medico specialista. Le partecipanti hanno ricevuto spiegazioni e rassicurazioni sulle visite ginecologiche, come funzionano e cosa aspettarsi.
Con l’infermiera caposala Marinella Lombrici il tema si è spostato sulla prevenzione di tumori, sulla contraccezione, su come funziona l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia, a chi rivolgersi per l’assistenza sanitaria durante la gravidanza e il parto. Inoltre sono state chiarite alcune nozioni fondamentali sull’igiene intima.
Durante tutti gli incontri la partecipazione delle beneficiarie è stata attiva ed entusiasta, e nonostante un po’ di timidezza iniziale, le partecipanti sono poi riuscite ad esprimere dubbi, domande, timori e a condividere le loro esperienze.
L’evento è stato promosso da I.C.A.R.E. (INTEGRATION AND COMMUNITY CARE FOR ASYLUM AND REFUGEES IN EMERGENCY) in collaborazione con Sanità di Frontiera e Arci Solidarietà Onlus. Si tratta di un progetto europeo, promosso dalle Regioni Lazio, Emilia Romagna, Sicilia e Toscana, nato con l’obiettivo di migliorare la fase di accesso ai servizi sanitari territoriali per i titolari o richiedenti di protezione internazionale e casi speciali, assicurando una risposta ai bisogni di salute il più possibile omogenea e di sistema.
Una gallery fotografica degli incontri è sulla pagina facebook Arci Solidarietà Onlus